Finché la barca va..
…lasciala andare! È una vecchia canzone, ma è esattamente quello a cui penso quando le notizie sugli sbarchi di clandestini e, ahimè, sulle morti di questi disperati, si affollano su giornali e televisioni.
È una barca che va, che continua ad andare, tra l’impotenza di governi che non sanno da dove cominciare per fermare questa emorragia di uomini. Dai politici solo frasi retoriche, noiose; le facce commosse e rattristate a proclamare “mai più” sono un insulto alle bare, oggi come nel 2013.
Mare nostrum, Triton e altre operazioni sono inutili di fronte alla disperazione di coloro che cercano una speranza di vita, anche a costo della vita stessa.
Il dovere di soccorso è sacrosanto, l’accoglienza va considerata caso per caso, concessa o negata, fondata su regole chiare e precise.
Fermare gli imbarchi è impresa non da poco, e il solo pensiero di un intervento armato è follia. D’altronde l’Italia è paese di santi, navigatori e poeti… non abbiamo ancora imparato che non è paese di soldati, considerato che guerre non ne sappiamo vincere?